Fin da bambino riempivo fogli e quaderni con matite e colori, ma per anni questo mondo è rimasto sullo sfondo. Il mio percorso mi ha portato altrove: ho frequentato l’istituto alberghiero e ho lavorato nella cucina, un ambiente che richiede creatività, ma in un’altra forma.

Poi, quasi per gioco, è successo qualcosa che ha riacceso quella scintilla: quando ho deciso di disegnare personalmente il mio primo tatuaggio, la passione per il disegno è tornata prepotente. Ho ripreso le matite in mano, ho iniziato a studiare, a esplorare, a conoscere il mondo dei tatuaggi. Da quel momento non mi sono più fermato.

Nel 2016 ho conseguito l’attestato di abilitazione sanitaria presso l’ULSS di Venezia, iniziando così il mio percorso professionale come tatuatore.

Ho sempre avuto un’attrazione naturale per il realismo, lo stile con cui ho mosso i primi passi, anche realizzando ritratti su tela. Con il tempo, ho esplorato nuovi stili e linguaggi artistici. Oggi eseguo spesso lavori in fineline e linee sottili, uno stile molto richiesto e che mi permette di giocare con dettagli e delicatezza.

Ma il mio cuore rimane legato alla cultura e all’arte giapponese: il mondo del tatuaggio giapponese, con la sua simbologia profonda e la forza narrativa delle immagini, continua ad affascinarmi e a ispirare ogni mio gesto creativo, anche se è ancora raro che mi venga richiesto.

Per me tatuare non è solo tecnica: è un gesto che unisce l’esperienza personale del cliente con la mia visione artistica. È dare vita, sulla pelle, a un segno che racconta qualcosa di unico.